Si tratta di un incentivo nazionale dedicato all’efficientamento energetico, quindi non esclusivamente alla sostituzione dei generatori a biomassa, che, a partire dalla sua attivazione nel 2013, ha fatto da volano alla riqualificazione energetico-ambientale del parco generatori a biomassa, rafforzato negli ultimi anni dall’attivazione di bandi di finanziamento locali e regionali cumulabili con l’incentivo nazionale nelle aree geografiche più interessate dal problema dell’inquinamento atmosferico.
Tuttavia, in Italia è ancora attivo un imponente parco di generatori vetusti che ostacola un’ulteriore accelerazione del processo di miglioramento della qualità dell’aria. Per questo – conclude la Paniz – è necessario rafforzare ulteriormente l’impegno per la riqualificazione energetica del parco installato, partendo da un’ulteriore semplificazione, revisione e potenziamento dell’incentivo Conto Termico.
In aggiunta a tale incentivo per la riqualificazione degli apparecchi obsoleti, i bandi regionali offrono ai cittadini la possibilità di sostituire la stufa, il camino o l’impianto di generazione di calore alimentato a biomassa legnosa di potenza inferiore o uguale a 25 kW.
A partire dal 30 ottobre 2023, ad esempio, per chi risiede in Trentino Alto Adige è possibile compilare e presentare la domanda. Le Province Autonome di Trento e Bolzano hanno recentemente pubblicato un bando finalizzato ad erogare incentivi per accelerare il turnover tecnologico degli impianti termici civili a biomasse obsoleti. Si tratta di territori montani, dove non vengono rilevate particolari criticità in riferimento ai superamenti di PM10 e NOx in inverno, ovvero non ci sono procedure di infrazioni aperte sui principali inquinanti dell’aria, almeno rispetto ai valori limite della direttiva in vigore.
Tuttavia, in inverno, soprattutto nelle valli con scarsa dispersione degli inquinanti, si rilevano con una certa frequenza superamenti del valore obiettivo di benzo(a)pirene, nonché il superamento dei valori di PM10 e PM 2,5, per lo più nei centri abitati.
La principale sorgente di questi inquinanti è la combustione domestica tradizionale della legna in apparecchi e caldaie tecnologicamente non più compatibili con gli obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria locale. Per questo motivo il MASE ha messo a disposizione dei fondi per l’adozione di misure per il miglioramento della qualità dell’aria, nell’ambito di un Accordo di programma. Parte di queste risorse sono state destinate dalle province ai bandi di rottamazione degli impianti a biomasse obsoleti.
Le regioni italiane che offrono la possibilità di compilare la domanda di incentivo sono: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Umbria e Piemonte. Dal 2024 anche il Friuli Venezia Giulia offrirà un contributo per rottamare vecchie stufe e caminetti a legna e sostituirle con modelli più ecologici.